LIMITI ALLA SCELTA DEL NOME

La legge pone dei paletti ben precisi alla scelta del nome da dare ad un bambino.
Innanzitutto è vietato dare al bambino:
1) lo stesso nome del padre vivente. In Italia non è neanche possibile – come invece negli USA – chiamare il proprio discendente “Angelo Junior” o ‘Jay Ar’. Si potrebbe, però, aggiungere al primo nome un secondo: per esempio, se la madre si chiama Rosa, la figlia potrebbe chiamarsi Rosa Lisa;
2) lo stesso nome di un fratello o di una sorella viventi;
3) un cognome come nome;
4) nomi di un sesso diverso. È vietato, quindi, dare un nome di donna ad un maschietto e viceversa. Sul caso del nome Andrea per la femminuccia, la Cassazione ha finalmente detto “si”.
È possibile dare ad un bambino, quale secondo nome, il nome “Maria”: per esempio, Giovanni Maria;
5) nomi ridicoli o vergognosi. A riguardo, ci si rimette al buon senso dei genitori. Certo, chi voglia chiamare il proprio bambino Dario o la bambina Dina, avendo come cognome “Lampa”, non farebbe certo un regalo al neonato. Stessa cosa per Perla Pace, Tromba Daria, Bigo Dino, Licenziato Assunto.
In tali casi, l’ufficiale di stato civile non può più rifiutarsi di assegnare il nome richiesto dai coniugi, ma, qualora ritenga che esso sia ridicolo o offensivo, deve subito segnalarlo al Procuratore della Repubblica. Quest’ultimo, se lo ritiene, può rettificare il nome sostituendolo con un altro con un apposito giudizio di rettifica.
È possibile dare un massimo di tre nomi (in gergo tecnico, il nome proprio si chiama prenome) non separati da virgola, che per legge vengono considerati come nome singolo. Per esempio, se si decide di chiamare il proprio figlio Diego Armando Maradona, senza virgola, il suo nome sarà Diego Armando. Viceversa, se si decide di inserire la virgola tra Diego e Armando, il bambino da grande potrà firmarsi semplicemente Diego.
Non si può più dare, ai figli di genitori sconosciuti, nomi o cognomi che richiamino questa loro condizione. Così è vietata quell’antica abitudine di dare ai bambini non riconosciuti cognomi quali: Diotallevi, Trovato, che pure ancora oggi hanno una notevolissima diffusione nazionale perché molto usati in passato.


Quando i genitori sono stranieri
Se i genitori sono stranieri, per rispettare le differenze etniche, sono previste delle eccezioni e si potrà applicare la normativa del paese di provenienza. Con tutte le conseguente in tema di ammissione di nomi diversi da quelli italiani.
Nel caso in cui l’alfabeto del Paese di provenienza sia diverso dal nostro (per esempio, la Cina, il Giappone, i popoli Arabi, ecc.) è necessario trascrivere il suono del nome con l’alfabeto italiano, anche se è ammesso l’utilizzo di accenti particolari (dieresi, accenti circonflessi ecc.).


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